“Valutiamo positivamente quanto detto dal Presidente del Consiglio, Berlusconi: siamo favorevoli al reintegro dei fondi alle scuole non statali. Questa è una decisione utile anche per il bilancio dello Stato. L’emendamento presentato anche a nostra firma, e all’esame della commissione Bilancio, va in tale direzione”. Lo affermano in una nota congiunta i deputati del Pdl Toccafondi, Lupi, Farina, Vignali, Palmieri.
“Reintegrare il capitolo di bilancio riferito alla scuola non statale di 134 milioni di euro - sostengono - significa non aumentare la spesa delle famiglie e dello Stato”. “Come è a conoscenza di molti - rilevano i parlamentari Pdl - un bambino che frequenta una scuola non statale ha un costo annuo più basso, molto più basso, del costo riferito alla scuola statale”.
I deputati fanno l’esempio di un bambino iscritto alla scuola dell’infanzia. E sostengono: “Lo Stato, se questo è iscritto ad una scuola non statale, contribuisce con 584 euro l’anno.
Se il bambino frequenta una scuola pubblica, il costo statale arriva a 6.116 euro l’anno.
Se il bambino frequenta una scuola paritaria c’è un risparmio per le finanze pubbliche di 5.532 euro l’anno a bambino e il risparmio dello stato per il solo settore della scuola dell’infanzia è complessivamente di 3.436 milioni di euro. Se poi si considerano i dati relativi anche alla scuola primaria il risparmio per lo stato sale a 4.638 milioni di euro”.
“È quindi chiaro – aggiungono - che se il contributo statale diminuisse, le rette aumenterebbero con la conseguenza di minori iscrizioni alle scuole non statali ed un conseguente aumento delle iscrizioni alle scuole statali. La conseguenza logica sarebbe di un aumento dei costi per lo Stato”.
“Così il reintegro del fondo, riportandolo alla cifra presente in bilancio dal 2000 ad oggi, - concludono - rappresenta oltre che il primo passo verso la reale parità scolastica anche un azione di aiuto alle famiglie e al bilancio nazionale”.
“Reintegrare il capitolo di bilancio riferito alla scuola non statale di 134 milioni di euro - sostengono - significa non aumentare la spesa delle famiglie e dello Stato”. “Come è a conoscenza di molti - rilevano i parlamentari Pdl - un bambino che frequenta una scuola non statale ha un costo annuo più basso, molto più basso, del costo riferito alla scuola statale”.
I deputati fanno l’esempio di un bambino iscritto alla scuola dell’infanzia. E sostengono: “Lo Stato, se questo è iscritto ad una scuola non statale, contribuisce con 584 euro l’anno.
Se il bambino frequenta una scuola pubblica, il costo statale arriva a 6.116 euro l’anno.
Se il bambino frequenta una scuola paritaria c’è un risparmio per le finanze pubbliche di 5.532 euro l’anno a bambino e il risparmio dello stato per il solo settore della scuola dell’infanzia è complessivamente di 3.436 milioni di euro. Se poi si considerano i dati relativi anche alla scuola primaria il risparmio per lo stato sale a 4.638 milioni di euro”.
“È quindi chiaro – aggiungono - che se il contributo statale diminuisse, le rette aumenterebbero con la conseguenza di minori iscrizioni alle scuole non statali ed un conseguente aumento delle iscrizioni alle scuole statali. La conseguenza logica sarebbe di un aumento dei costi per lo Stato”.
“Così il reintegro del fondo, riportandolo alla cifra presente in bilancio dal 2000 ad oggi, - concludono - rappresenta oltre che il primo passo verso la reale parità scolastica anche un azione di aiuto alle famiglie e al bilancio nazionale”.
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