Roma - Verranno ripristinati i fondi per le scuole private. Con un emendamento del relatore al ddl Bilancio vengono stanziati 120 milioni per il 2009. Il taglio originario era di circa 130 milioni di euro. Il sottosegretario all’Economia, Giuseppe Vegas, tranquillizza i vescovi che oggi hanno lanciato l’allarme: "Possono stare tranquilli, possono dormire su quattro cuscini". "C’è un emendamento del relatore che ripristina il livello originario dei fondi per le scuole paritarie", riferisce Vegas a margine dei lavori della commissione Bilancio del senato sulla Finanziaria.
Attacco a Tremonti La Conferenza episcopale italiana rimprovera al ministro dell’Economia Giulio Tremonti di colpire di nuovo la scuola cattolica. "Guarda caso nel 2008 ripete la stessa manovra del 2004: taglia per tre anni consecutivi 130 milioni di euro alla scuola cattolica. È un film già visto: si continua a colpire il sistema paritario" spiega monsignor Stenco. "Nel 2000 la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello 0,1 per cento, è quindi già irrisorio. Nel 2004, - ha proseguito il vescovo - per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33 per cento. La scuola cattolica ha taciuto - ha aggiunto - e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra. La Chiesa adesso - ha concluso - deve tirare le sue conseguenze perchè senza contributi le scuole dell’infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere".
Aiuti di Stato Secondo monsignor Stenco "qui si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici. Tra stato e mercato - si è chiesto il vescovo - perché colpire proprio il privato sociale?. Non è il taglio da 130 milioni di euro di adesso che fa scoppiare la scuola cattolica - ha aggiunto il prelato -. Il punto è che sono dieci anni che il finanziamento si è inceppato. Può una scuola parrocchiale, ad esempio, permettersi ogni anno una passività di 20,25 mila euro? Dopo 10 anni che cosa è divenuta? 250mila euro. E il contributo dello Stato - ha concluso - serve a malapena a pagare gli stipendi".
Attacco a Tremonti La Conferenza episcopale italiana rimprovera al ministro dell’Economia Giulio Tremonti di colpire di nuovo la scuola cattolica. "Guarda caso nel 2008 ripete la stessa manovra del 2004: taglia per tre anni consecutivi 130 milioni di euro alla scuola cattolica. È un film già visto: si continua a colpire il sistema paritario" spiega monsignor Stenco. "Nel 2000 la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello 0,1 per cento, è quindi già irrisorio. Nel 2004, - ha proseguito il vescovo - per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33 per cento. La scuola cattolica ha taciuto - ha aggiunto - e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra. La Chiesa adesso - ha concluso - deve tirare le sue conseguenze perchè senza contributi le scuole dell’infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere".
Aiuti di Stato Secondo monsignor Stenco "qui si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici. Tra stato e mercato - si è chiesto il vescovo - perché colpire proprio il privato sociale?. Non è il taglio da 130 milioni di euro di adesso che fa scoppiare la scuola cattolica - ha aggiunto il prelato -. Il punto è che sono dieci anni che il finanziamento si è inceppato. Può una scuola parrocchiale, ad esempio, permettersi ogni anno una passività di 20,25 mila euro? Dopo 10 anni che cosa è divenuta? 250mila euro. E il contributo dello Stato - ha concluso - serve a malapena a pagare gli stipendi".
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