Cari Amici,
abbiamo deciso di dare vita ad una scuola media libera.
Gilbert Keith Chesterton, scrittore inglese vissuto tra il 1874 e il 1936, autore tra l’altro dei Racconti di Padre Brown, ammoniva tutti da un solo grande pericolo, che oggi, secondo noi, è ancor più concreto ed attivo: la standardizzazione verso bassi standard (standardization by low standards).
Bassi standard formativi, ma soprattutto bassi standard educativi sono il problema della nostra gioventù, soprattutto in questo momento in cui i nostri ragazzi sono sottoposti ad un notevole bombardamento da tante parti e su tanti fronti; difatti, sempre il nostro Chesterton diceva nel 1930: “La gente è inondata, accecata, resa sorda e mentalmente paralizzata da un’alluvione di volgare e insipida esteriorità, che non lascia tempo per lo svago, il pensiero o la creazione dall’interno di sé”.
Abbiamo voluto rispondere all'appello di Papa Benedetto XVI che parla di emergenza educativa.
E' quello che il Papa ha chiamato "cieco conformismo allo spirito di questo tempo" (Discorso durante la veglia della XXIII Giornata Mondiale dei Giovani a Sydney).
Il rimedio a ciò sono giovani veri, educati da altri uomini che prendono sul serio la loro vita. La Scuola Media “G. K. Chesterton” vuole dare a tutti quest’opportunità.
La scuola è gestita dalla Società Cooperativa Sociale “Capitani Coraggiosi”, che da molti anni si occupa dell’educazione dei ragazzi attraverso doposcuola, centri ricreativi estivi, “circolini” e tante altre positive esperienze che l’hanno resa un punto di riferimento nel panorama educativo del nostro circondario.
Il personale è costituito da insegnanti giovani e di esperienza, e da uno staff che sostiene lo sforzo educativo comune di insegnanti e genitori.
La scuola ha la sua sede provvisoria nei locali che costituiscono la sede sociale dell’ente gestore, ampi e luminosi e facilmente raggiungibili dai mezzi pubblici.
SCUOLA DELL’ECCELLENZA
Percorsi e metodi che tendono all’eccellenza, ovvero allo sviluppo di tutte le capacità degli alunni, secondo le specificità e le inclinazioni di ciascuno, applicando anche il metodo dell’esperienza (si impara facendo).
UNA CULTURA DELLA POSITIVITÀ E DELLA CERTEZZA
per una mentalità capace di sperare oltre la finitezza e perciò fiduciosa e lieta nell’affrontare il cammino dell’esistenza.
UN CRITERIO CULTURALE UNITARIO
cui tutti gli insegnamenti fanno riferimento e rispettando le progressioni tra il livello delle elementari e quello della secondaria di secondo grado.
UNA CONCEZIONE DEL DOCENTE COME PRESENZA
la cultura non è veicolata in primo luogo dai libri, ma è testimoniata da una presenza amica.
UNA COMPAGNIA EDUCATIVA
una collaborazione leale fra studenti, genitori e insegnanti come metodo del lavoro educativo.
PERSONALIZZAZIONE
sia come approfondimento personale delle ragioni e del valore dello studio, sia come attenzione alle caratteristiche personali di ciascuno.
VALUTAZIONE
mai vissuta come strumento punitivo, ma come riconoscimento del valore della persona, momento in cui si riconosce il valore del lavoro svolto e si indicano gli obiettivi ancora da raggiungere.
Criteri organizzativi
SCUOLA ANTIMERIDIANA
Nel quadro delle indicazioni ministeriali, viene privilegiata l’organizzazione del lavoro in orario antimeridiano (dalle 8 alle 13), nella convinzione da un lato che per i ragazzi sia meglio trascorrere il pomeriggio in famiglia o in altri ambiti educativi, dall’altro che lo studio personale sia un aspetto essenziale dell’apprendimento.
ORARIO DELLE LEZIONI
Orario obbligatorio: 29 ore settimanali
ORE OPZIONALI
Criterio di fondo:
la flessibilità oraria è finalizzata a rinforzare le principali linee educative e didattiche della scuola, in particolare al sostegno allo studio della lingua italiana, di matematica, scienze, informatica, delle lingue straniere (inglese e francese) e all’introduzione del latino e della cultura classica.
Offerta ore opzionali:
- 1 ora opzionale si terrà al mattino ed amplierà le ore di italiano (Approfondimento delle strutture grammaticali e sintattiche della lingua italiana) per tutte le classi.
- 3 ore opzionali al pomeriggio, così disposte:
- per le classi PRIME: Inglese dialogato e Informatica
- per le classi SECONDE: Inglese dialogato e Informatica
- per le classi Terze: Inglese dialogato e Latino
I corsi opzionali pomeridiani sono tutti della durata di 1,5 ore in un giorno settimanale, dalle 13.40 alle 15.10
Ulteriori Motivi (da un discorso di Marco Sermarini)
"Quando usciamo di casa e decidiamo di comprare qualcosa: un vestito, un elettrodomestico, una macchina, giriamo e giriamo finché non troviamo ciò che vogliamo: quel determinato colore, quel modello, l’ultimo ritrovato, il prezzo più conveniente.
Quando dobbiamo iscrivere un figlio a scuola, questo spesso neppure ci viene in mente, e quand’anche ci venisse in mente, le opzioni e le domande cadono su cose trascurabili (“quanto dista la scuola da casa?” oppure “i professori come sono?”, e questo “come sono” tutto riguarda tranne che questioni educative... se ti fanno fare l’inglese, l’informatica, se la prof è tosta o moscia) e le risposte ottenute sono spesso evanescenti e lasciate a chi risponde (e chi risponde? il primo che passa, spesso). Il contenuto delle risposte (“che scuola trova mio figlio?”) dipende sempre e solo dalla buona volontà del maestro o del professore di turno.
Ci illudiamo così di scegliere, e spesso scegliamo delle impressioni che non penseremo più a verificare, e poi, se pure le verificassimo, cosa potremmo fare?
Quando si ha la necessità di iscrivere figli a scuola si dovrebbe cercare la scuola migliore. Ma qual è la scuola migliore? Educare un ragazzo non significa solo insegnargli delle nozioni o a fare delle cose, degli skills, come dicono gli anglosassoni, cioè delle abilità, come se fosse scimmia da circo. Bisogna insegnargli a sapere chi è e dove va e dove andrà nella vita.
La famiglia è un punto importante in tutto questo progetto educativo, del quale dovremo un giorno rendere conto non allo Stato ma a Nostro Signore, ma la famiglia da sola non può farcela, oggi meno di ieri.
Ora, questa ricerca spesso è vana perché vige un principio non scritto ma purtroppo efficacissimo: la standardizzazione verso bassi standard.
Una scuola è come una barca, che si avvia verso una rotta con un capitano (il dirigente), un equipaggio (i professori), una rotta (un metodo educativo!) e un luogo da raggiungere e un lavoro da svolgere (educare, cioè fare degli uomini e delle donne!). Poi ha una parte speciale dell’equipaggio: dei piccoli uomini che vogliono diventare grandi! E stanno lì solo per questo! Nel gergo marinaro potremmo chiamarli i mozzi, quelli che stanno lì per imparare a navigare come gli uomini che hanno davanti, e soprattutto vogliono sapere per dove!
Ma oggi questa barca (la scuola) ha qualche problema: il capitano non può scegliere l’equipaggio, non lo può fare; non può scegliere la rotta, la rotta non verrà neppure discussa tra i membri dell’equipaggio perché non vi è rotta in discussione, la rotta non c’è perché lì si devono solo imparare delle nozioni; e poi nessuno potenzialmente è scelto in base all’approdo da raggiungere e all’avventura per cui si ritrova lì. Il nocchiero non sa dove andare, non c’è la rotta, non c’è approdo. I marinai sono solo obbligati a dire ai mozzi qualcosa del come si naviga, in realtà cose secondarie, ma mai per dove. I marinai possono anche essere in totale disaccordo tra di loro, e pure con il capitano, che può solo intervenire quando la stanno per fare troppo grossa...
Fuor di metafora, una scuola in cui il dirigente non può scegliere il personale, che non può chiedere altro che insegnare espressioni, o poesie, o grammatica, o cos’altro; che non può proporre linee educative (non skills, linee educative!) da perseguire con un metodo condiviso da tutto il suo personale e di cui chiedere conto quando esse linee ed esso metodo non verranno correttamente applicati, è come una nave in cui capitano, nocchiero, timoniere e marinai non possono scegliere la rotta, e che non ha neppure l’approdo certo. Caro capitano, con o senza di te, la nave andrà. Cari mozzi, dove andrà la nave? Questo non si sa, come diceva una vecchia canzone di Sergio Endrigo.
Una scuola così non dovrebbe avere nessuna attrattiva per nessuno, eppure non ci sogniamo di metterla in discussione o di darci un’alternativa.
Una scuola in cui non si può dire cosa è bene e cosa è male, in cui non si può dire ai ragazzi: il cellulare a scuola non puoi portarlo, la vita non finisce nella playstation e il tuo unico obiettivo non può essere diventare calciatore di serie A o velina, oppure facciamo insieme un’esperienza di bene, non è una scuola. E’ qualcos’altro, ma non una scuola grazie alla quale anzitutto diventare uomini.
In tutto questo scenario, che vale per tutta la scuola, la scuola media è il buco nero dell’educazione in Italia. Proprio nel momento in cui i ragazzi ti chiedono: dimmi per cosa vale la pena vivere! dimmi che vale la pena vivere! noi ci trinceriamo dietro programmi, competenze, “il mio compito finisce qui”, e così via.
In questo mese di centro estivo i vostri bambini e ragazzi hanno vissuto questa che è un’esperienza educativa, perché qui anche il gioco diventa un’esperienza educativa... ne hanno fatto la prova, sono contenti e trattengono qualcosa di buono da questi giorni estivi trascorsi insieme. Qui anche andare al mare o costruire una capanna diventa un’esperienza educativa. Non perdiamo nessuna occasione.
Ed è per questo che ogni anno i genitori vengono a ringraziarci e l’anno successivo ce li riportano, ed è per questo che, pur avendo iniziato poco più di dieci anni fa ora abbiamo centri estivi in più di una decina di centri qui intorno (San Benedetto del Tronto, Grottammare, Porto d’Ascoli, Pedaso, Campofilone, Monterubbiano, Rubbianello, Acquaviva Picena, Monteprandone...), tre doposcuola, circolini nei centri già detti, centri di aiuto al lavoro a Ripatransone, Acquaviva Picena, Monteprandone, Monsampolo del Tronto, una cooperativa di tipo B per reinserire nella società grazie al lavoro chi nella vita ha trovato noi e pochi altri ad aiutarli dopo disavventure e difficoltà, e siamo partner in progetti educativi di rilievo nazionale, con le forze migliori attualmente in campo in Italia.
Quest’anno vorremmo cominciare la nuova avventura della scuola media... Ci sono dei coraggiosi avventurieri che vogliono salpare con noi? La rotta è certa e la meta è una vita bella, da veri uomini, da uomini vivi, e non certo da caporali, pallonari o veline... Ne vale la pena anche se la scuola non sarà sotto casa!!!".
abbiamo deciso di dare vita ad una scuola media libera.
Gilbert Keith Chesterton, scrittore inglese vissuto tra il 1874 e il 1936, autore tra l’altro dei Racconti di Padre Brown, ammoniva tutti da un solo grande pericolo, che oggi, secondo noi, è ancor più concreto ed attivo: la standardizzazione verso bassi standard (standardization by low standards).
Bassi standard formativi, ma soprattutto bassi standard educativi sono il problema della nostra gioventù, soprattutto in questo momento in cui i nostri ragazzi sono sottoposti ad un notevole bombardamento da tante parti e su tanti fronti; difatti, sempre il nostro Chesterton diceva nel 1930: “La gente è inondata, accecata, resa sorda e mentalmente paralizzata da un’alluvione di volgare e insipida esteriorità, che non lascia tempo per lo svago, il pensiero o la creazione dall’interno di sé”.
Abbiamo voluto rispondere all'appello di Papa Benedetto XVI che parla di emergenza educativa.
E' quello che il Papa ha chiamato "cieco conformismo allo spirito di questo tempo" (Discorso durante la veglia della XXIII Giornata Mondiale dei Giovani a Sydney).
Il rimedio a ciò sono giovani veri, educati da altri uomini che prendono sul serio la loro vita. La Scuola Media “G. K. Chesterton” vuole dare a tutti quest’opportunità.
La scuola è gestita dalla Società Cooperativa Sociale “Capitani Coraggiosi”, che da molti anni si occupa dell’educazione dei ragazzi attraverso doposcuola, centri ricreativi estivi, “circolini” e tante altre positive esperienze che l’hanno resa un punto di riferimento nel panorama educativo del nostro circondario.
Il personale è costituito da insegnanti giovani e di esperienza, e da uno staff che sostiene lo sforzo educativo comune di insegnanti e genitori.
La scuola ha la sua sede provvisoria nei locali che costituiscono la sede sociale dell’ente gestore, ampi e luminosi e facilmente raggiungibili dai mezzi pubblici.
SCUOLA DELL’ECCELLENZA
Percorsi e metodi che tendono all’eccellenza, ovvero allo sviluppo di tutte le capacità degli alunni, secondo le specificità e le inclinazioni di ciascuno, applicando anche il metodo dell’esperienza (si impara facendo).
UNA CULTURA DELLA POSITIVITÀ E DELLA CERTEZZA
per una mentalità capace di sperare oltre la finitezza e perciò fiduciosa e lieta nell’affrontare il cammino dell’esistenza.
UN CRITERIO CULTURALE UNITARIO
cui tutti gli insegnamenti fanno riferimento e rispettando le progressioni tra il livello delle elementari e quello della secondaria di secondo grado.
UNA CONCEZIONE DEL DOCENTE COME PRESENZA
la cultura non è veicolata in primo luogo dai libri, ma è testimoniata da una presenza amica.
UNA COMPAGNIA EDUCATIVA
una collaborazione leale fra studenti, genitori e insegnanti come metodo del lavoro educativo.
PERSONALIZZAZIONE
sia come approfondimento personale delle ragioni e del valore dello studio, sia come attenzione alle caratteristiche personali di ciascuno.
VALUTAZIONE
mai vissuta come strumento punitivo, ma come riconoscimento del valore della persona, momento in cui si riconosce il valore del lavoro svolto e si indicano gli obiettivi ancora da raggiungere.
Criteri organizzativi
SCUOLA ANTIMERIDIANA
Nel quadro delle indicazioni ministeriali, viene privilegiata l’organizzazione del lavoro in orario antimeridiano (dalle 8 alle 13), nella convinzione da un lato che per i ragazzi sia meglio trascorrere il pomeriggio in famiglia o in altri ambiti educativi, dall’altro che lo studio personale sia un aspetto essenziale dell’apprendimento.
ORARIO DELLE LEZIONI
Orario obbligatorio: 29 ore settimanali
ORE OPZIONALI
Criterio di fondo:
la flessibilità oraria è finalizzata a rinforzare le principali linee educative e didattiche della scuola, in particolare al sostegno allo studio della lingua italiana, di matematica, scienze, informatica, delle lingue straniere (inglese e francese) e all’introduzione del latino e della cultura classica.
Offerta ore opzionali:
- 1 ora opzionale si terrà al mattino ed amplierà le ore di italiano (Approfondimento delle strutture grammaticali e sintattiche della lingua italiana) per tutte le classi.
- 3 ore opzionali al pomeriggio, così disposte:
- per le classi PRIME: Inglese dialogato e Informatica
- per le classi SECONDE: Inglese dialogato e Informatica
- per le classi Terze: Inglese dialogato e Latino
I corsi opzionali pomeridiani sono tutti della durata di 1,5 ore in un giorno settimanale, dalle 13.40 alle 15.10
Ulteriori Motivi (da un discorso di Marco Sermarini)
"Quando usciamo di casa e decidiamo di comprare qualcosa: un vestito, un elettrodomestico, una macchina, giriamo e giriamo finché non troviamo ciò che vogliamo: quel determinato colore, quel modello, l’ultimo ritrovato, il prezzo più conveniente.
Quando dobbiamo iscrivere un figlio a scuola, questo spesso neppure ci viene in mente, e quand’anche ci venisse in mente, le opzioni e le domande cadono su cose trascurabili (“quanto dista la scuola da casa?” oppure “i professori come sono?”, e questo “come sono” tutto riguarda tranne che questioni educative... se ti fanno fare l’inglese, l’informatica, se la prof è tosta o moscia) e le risposte ottenute sono spesso evanescenti e lasciate a chi risponde (e chi risponde? il primo che passa, spesso). Il contenuto delle risposte (“che scuola trova mio figlio?”) dipende sempre e solo dalla buona volontà del maestro o del professore di turno.
Ci illudiamo così di scegliere, e spesso scegliamo delle impressioni che non penseremo più a verificare, e poi, se pure le verificassimo, cosa potremmo fare?
Quando si ha la necessità di iscrivere figli a scuola si dovrebbe cercare la scuola migliore. Ma qual è la scuola migliore? Educare un ragazzo non significa solo insegnargli delle nozioni o a fare delle cose, degli skills, come dicono gli anglosassoni, cioè delle abilità, come se fosse scimmia da circo. Bisogna insegnargli a sapere chi è e dove va e dove andrà nella vita.
La famiglia è un punto importante in tutto questo progetto educativo, del quale dovremo un giorno rendere conto non allo Stato ma a Nostro Signore, ma la famiglia da sola non può farcela, oggi meno di ieri.
Ora, questa ricerca spesso è vana perché vige un principio non scritto ma purtroppo efficacissimo: la standardizzazione verso bassi standard.
Una scuola è come una barca, che si avvia verso una rotta con un capitano (il dirigente), un equipaggio (i professori), una rotta (un metodo educativo!) e un luogo da raggiungere e un lavoro da svolgere (educare, cioè fare degli uomini e delle donne!). Poi ha una parte speciale dell’equipaggio: dei piccoli uomini che vogliono diventare grandi! E stanno lì solo per questo! Nel gergo marinaro potremmo chiamarli i mozzi, quelli che stanno lì per imparare a navigare come gli uomini che hanno davanti, e soprattutto vogliono sapere per dove!
Ma oggi questa barca (la scuola) ha qualche problema: il capitano non può scegliere l’equipaggio, non lo può fare; non può scegliere la rotta, la rotta non verrà neppure discussa tra i membri dell’equipaggio perché non vi è rotta in discussione, la rotta non c’è perché lì si devono solo imparare delle nozioni; e poi nessuno potenzialmente è scelto in base all’approdo da raggiungere e all’avventura per cui si ritrova lì. Il nocchiero non sa dove andare, non c’è la rotta, non c’è approdo. I marinai sono solo obbligati a dire ai mozzi qualcosa del come si naviga, in realtà cose secondarie, ma mai per dove. I marinai possono anche essere in totale disaccordo tra di loro, e pure con il capitano, che può solo intervenire quando la stanno per fare troppo grossa...
Fuor di metafora, una scuola in cui il dirigente non può scegliere il personale, che non può chiedere altro che insegnare espressioni, o poesie, o grammatica, o cos’altro; che non può proporre linee educative (non skills, linee educative!) da perseguire con un metodo condiviso da tutto il suo personale e di cui chiedere conto quando esse linee ed esso metodo non verranno correttamente applicati, è come una nave in cui capitano, nocchiero, timoniere e marinai non possono scegliere la rotta, e che non ha neppure l’approdo certo. Caro capitano, con o senza di te, la nave andrà. Cari mozzi, dove andrà la nave? Questo non si sa, come diceva una vecchia canzone di Sergio Endrigo.
Una scuola così non dovrebbe avere nessuna attrattiva per nessuno, eppure non ci sogniamo di metterla in discussione o di darci un’alternativa.
Una scuola in cui non si può dire cosa è bene e cosa è male, in cui non si può dire ai ragazzi: il cellulare a scuola non puoi portarlo, la vita non finisce nella playstation e il tuo unico obiettivo non può essere diventare calciatore di serie A o velina, oppure facciamo insieme un’esperienza di bene, non è una scuola. E’ qualcos’altro, ma non una scuola grazie alla quale anzitutto diventare uomini.
In tutto questo scenario, che vale per tutta la scuola, la scuola media è il buco nero dell’educazione in Italia. Proprio nel momento in cui i ragazzi ti chiedono: dimmi per cosa vale la pena vivere! dimmi che vale la pena vivere! noi ci trinceriamo dietro programmi, competenze, “il mio compito finisce qui”, e così via.
In questo mese di centro estivo i vostri bambini e ragazzi hanno vissuto questa che è un’esperienza educativa, perché qui anche il gioco diventa un’esperienza educativa... ne hanno fatto la prova, sono contenti e trattengono qualcosa di buono da questi giorni estivi trascorsi insieme. Qui anche andare al mare o costruire una capanna diventa un’esperienza educativa. Non perdiamo nessuna occasione.
Ed è per questo che ogni anno i genitori vengono a ringraziarci e l’anno successivo ce li riportano, ed è per questo che, pur avendo iniziato poco più di dieci anni fa ora abbiamo centri estivi in più di una decina di centri qui intorno (San Benedetto del Tronto, Grottammare, Porto d’Ascoli, Pedaso, Campofilone, Monterubbiano, Rubbianello, Acquaviva Picena, Monteprandone...), tre doposcuola, circolini nei centri già detti, centri di aiuto al lavoro a Ripatransone, Acquaviva Picena, Monteprandone, Monsampolo del Tronto, una cooperativa di tipo B per reinserire nella società grazie al lavoro chi nella vita ha trovato noi e pochi altri ad aiutarli dopo disavventure e difficoltà, e siamo partner in progetti educativi di rilievo nazionale, con le forze migliori attualmente in campo in Italia.
Quest’anno vorremmo cominciare la nuova avventura della scuola media... Ci sono dei coraggiosi avventurieri che vogliono salpare con noi? La rotta è certa e la meta è una vita bella, da veri uomini, da uomini vivi, e non certo da caporali, pallonari o veline... Ne vale la pena anche se la scuola non sarà sotto casa!!!".
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