giovedì 14 febbraio 2008

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Una testimonianza di una dei nostri collaboratori

Alcuni stralci di una testimonianza resa da una nostra collaboratrice sul suo lavoro.
Dice bene del clima che si vive tra di noi.

“L’istruirmi e l’essere utile altrui sono i cardini della mia felicità.”
(beato Francesco Faa di Bruno)

"Ormai questo è il quarto anno che lavoro presso la cooperativa sociale Capitani Coraggiosi, anche se è molto più tempo che ho a che fare con le attività che essa svolge.
E se penso alla mia “scelta” di intraprendere questo lavoro dopo il diploma presso il liceo scientifico, con ottimi voti, devo dire di esserne proprio grata al Signore, che ha disegnato per me una simile strada, e poi ai miei amici che, credendo in me, mi hanno proposto di iniziare con loro il servizio civile volontario ed in seguito m'hanno proposto l'opportunità di continuare con l'assunzione.
Ho detto “scelta” tra virgolette, perché finito il quinto liceo non sapevo davvero cosa fare: l’idea di intraprendere l’università di architettura c’era, ma non era proprio una scelta che mi riempiva a pieno; volevo di meglio, ma non sapevo cosa. Pensavo ai diversi servizi di volontariato svolti durante i pomeriggi delle superiori e soprattutto a quelli svolti durante il quinto anno, dove mi ero resa disponibile a qualsiasi favore che i miei amici più grandi mi richiedessero: parlo di doposcuola, centri di aggregazione, piccoli piaceri, ma anche grandi.
Avevo dunque deciso di iniziare a riempire le mie giornate con qualcos’altro che mi valorizzasse e che non fosse solo lo studio personale. Volevo sentirmi utile! Dire “sì” dunque a quella telefonata di Gabriella (che ricordo chiara ancora adesso), in cui mi chiedeva disponibilità per il servizio civile, è stato quindi molto semplice, anche se non sapevo bene cosa mi aspettava, ma nell’indecisione mi fidai (per esperienza) dei miei amici, i quali con una tale proposta non potevano che volere il mio bene ed infatti così fu! La telefonata fu a dir poco inaspettata e ne rimasi sbalordita (...).
Insomma dopo una simile premessa, posso confermarvi a gran voce che l’aver intrapreso tale strada e l’aver quindi risposto ed aperto la porta ad una proposta del genere, anche se dubitando per ciò che mi aspettava, è stato per me e per la mia vita a dir poco un occasione sconvolgente, dove poter riscoprire me stessa, essere valorizzata nelle mie capacità e aiutata a superare i miei limiti e difetti. E più passa il tempo, più sono convinta che quel che faccio è proprio parte della mia strada, anche se non so ancora dove mi porterà tutto questo.
Il bello poi è che andando avanti, e con sempre più responsabilità affidatemi, non c’è nulla di quel che mi viene detto di fare che mi pesi, anzi anche se a volte alcune proposte sembrano inizialmente non andarmi a genio, una volta intraprese e portate a conclusione sono sempre contenta delle opportunità che mi vengono date.
Dunque ora vi chiederete in cosa mai consista il mio lavoro… ebbene apparentemente potrebbe sembrare un lavoro come un altro, invece nel semplice lavoro della mattina come “segretaria” e da poco anche come “tutor” in una borsa lavoro con una minorenne (o “FAC TOTUM” come si è espresso qualche mio collega) e del pomeriggio come educatrice/operatrice presso doposcuola e centri di aggregazione, ciò che rende vero un simile lavoro è il fatto che in ogni difficoltà o gioia si ha la possibilità di confrontarsi gli uni gli altri e prendere così esempio dai propri “maestri/responsabili” e quindi crescere sempre di più, oltre che sentirsi utili e valorizzare o semplicemente considerare per quelli che sono i ragazzi e i bambini che ogni giorno incontro (sia durante l’orario di lavoro che fuori, perché la dinamica è sempre la stessa: ciò che è vero a lavoro, lo è anche a casa, con i propri amici, sempre e viceversa!).
Diciamo che ormai l’avere presente sempre e comunque il dare la vita per qualcun altro (...) è l’obiettivo che, insieme all’aiuto e sostegno costante dei miei amici/colleghi, cerco di avere in tutte le mie giornate.
Spero dunque che abbiate compreso la Bellezza di ciò che vivo, ma anche che quel che ho deciso di scrivere non sono solo “belle” parole, ma si tratta semplicemente di una viva testimonianza della mia vita e di questo dono ricevuto!
Quindi, e lo dico per esperienza, non perdiamo tempo, perché ogni istante delle nostre giornate ci è stato dato per viverlo e viverlo costruttivamente; infatti una cosa se è fine a se stessa a cos’altro può portare? Occorre allargare dunque il proprio “orticello” e perché poi non cogliere l’opportunità di farlo diventare un immenso campo da arare? Cioè occorre distruggere i propri paraocchi che limitano lo sguardo su noi stessi e abbracciare così la vita, la realtà che ci viene messa davanti: solo essendo responsabili nei confronti di qualcun altro può riempirci il cuore e farci essere vivi! Qui sta la Bellezza della vita, anche perché, come ci ricorda il grande Clemente Vismara, vivere solo la propria vita è asfissiante! Il “campo” poi una volta allargato deve essere costantemente tenuto verde, cosa che è possibile solo grazie al sostegno dei propri amici, i quali aiutano a tenere desto questo lavoro costante da fare. Una vita così, “scomoda” e “sofferta”, non conoscerà mai la noia; sarà quindi una avventura dove scoprire la realtà passo dopo passo ed essendo tenuti per mano. Che quindi possiamo vivere sempre interamente le nostre giornate, nonostante le tante difficoltà e imprevisti vari, i quali non potranno mai mancare, perché parte dell’avventura, così come i rischi che si corrono. Una vita “organizzata” e “comoda” non porterà sicuramente mai a nulla!
Pensiamo così alle nostre giornate come ad una escursione in montagna: è faticoso arrivare in cima, ma insieme il peso di essa si alleggerisce e si è spinti anche dal desiderio di scoprire cosa c’è in cima; è dunque sempre uno stupore che smuove a continuare! Pensate la stessa cosa anche quando la mattina con fatica ci si alza per andare a lavoro o a scuola… se non è chiaro il perché, il senso, vivremo sempre arrancando e con il passare del tempo saremo come delle bottiglie che riempite d’acqua prima o poi traboccano!!!
E mi viene da pensare poi a come molte persone affrontano il lavoro: si fa qualcosa solo se contraccambiati, ma allora dove finisce il concetto di “Gratuità”? Non c’è cosa più bella che allargare gratuitamente il proprio cuore senza nulla pretendere in cambio. (...) Non vi sembra una bella prospettiva? Ed è questa la risposta alla mia disponibilità che già da qualche anno do, facendo l’allenatrice di pallavolo nell’A. S. D. Gagliarda Sambenedettese (...). (...) Organizziamo molte attività ricreative ed uscite per i minori che conosciamo e seguiamo con la cooperativa, insieme anche alla collaborazione dell’Associazione di Volontariato Papa Giovanni Paolo II onlus. Pensate dunque che cosa straordinaria sia una simile rete creatasi tra queste grandi opere… (...).
Concludendo, spero di essere stata chiara nel raccontarvi del mio lavoro, ma soprattutto spero di avervi fatto comprendere quale Grazia e Bellezza io viva ogni giorno nello svolgere il mio semplice lavoro (attenzione: non vanno escluse le diverse difficoltà che incontro volta per volta, ma fanno parte della sfida quotidiana!)".

Federica, 22 anni

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