venerdì 22 febbraio 2008

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Assemblea Conclusiva della Scuola per le opere di carità 2007

Ecco la testimonianza di una delle nostre operatrici sull'assemblea conclusiva delle scuola per le opere di carità 2007.

"Carità, alla radice della risposta al bisogno": questo è il titolo dell'assemblea conclusiva della scuola per le opere di carità 2007 tenuta da Don Julian Carron lo scorso sabato 16 febbraio 2008.

Don Carron è il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, il successore di mons. Luigi Giussani, di cui in questi giorni ricorre il terzo anniversario della morte.

La scuola Opere di Carità 2007 è una vera e propria Scuola di educazione, con tanto di lezioni frontali e momenti di dibattito, rivolta a chi lavora nelle organizzazioni non profit di servizio alla persona.

Alcuni di noi partecipano già da diversi anni a questa scuola organizzata dalla FIS - CDO Impresa Sociale. Anche quest'anno abbiamo partecipato e come ogni anno ci portiamo a casa qualcosa in più, prima di tutto per noi e poi per le nostre opere.

L'Assemblea conclusiva che si è tenuta Sabato è stata per me veramente utile. Mi ha colpito prima di tutto la semplicità con cui Don Julian Carron diceva e spiegava le cose, direi la semplicità di un bambino. Parlando di bisogni e di come rispondere ai bisogni dell'altro Carron diceva che il primo bisogno a cui dobbiamo rispondere è il nostro, cioè riconoscere che abbiamo bisogno di un Altro, noi non siamo Dio, abbiamo bisogno sempre, dobbiamo riempirci dell'amore dell'Altro.

(...)

Secondo Carron questo è l'unico modo che abbiamo per rispondere ai bisogni dell'altro. Lavorando con persone che hanno sofferto molto abbiamo bisogno di un amore immenso, e se io non ho le risposte alla domande del mio cuore, l'opera muore.

Essere utili agli altri vuol dire testimoniare con la propria vita la speranza di vivere (...).

Un altra cosa che mi ha molto colpito è stato ciò che Carron diceva riguardo al sacrificio. Il primo sacrificio è riconoscere che abbiamo bisogno di un Altro. Noi pensiamo di bastarci invece dipendiamo da un Altro. se cediamo a questo è Lui che ci accompagna a vivere ogni sacrificio. Vivere così è entusiasmante.

Poi parlando del lavorare insieme, Carron diceva che si lavora insieme quando si condivide ma non per un problema etico, ma perchè da solo non vedi tutte le sfumature. Insomma, lavorare insieme non è un "di meno" per me. In questo modo percepisco gli altri non come qualcuno che mi ruba qualcosa, ma come qualcuno che mi dà un contributo in più.

Tutto questo però è frutto di un esperienza, altrimenti si va avanti per teorie e il nostro essere cattolici vuol dire diventare moralisti, ma così è troppo rischioso, perchè ad un certo punto uno si stanca di fare il "bravo".

(...)
Daniela.

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